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La pandemia che non ti aspetti

FIRST - Angolo RedazioneE’ comprensibilmente difficile concentrarsi esclusivamente sulle future politiche europee dedicate a ricerca e innovazione in un momento in cui il nostro presente è sospeso e il futuro ancora più incerto. La vita di tutti noi è improvvisamente cambiata e la speranza di tornare presto alla normalità si scontra con i tanti dubbi e le paure che affrontiamo quotidianamente. Come tutti ormai sanno, quello che sembrava il solito virus “solo” cinese si è rapidamente trasformato in una pandemia mondiale, e anche i leader politici che hanno fino all’ultimo provato a sminuire il problema hanno dovuto ricredersi e affrontare la dura realtà.

Non è questo lo spazio e non è nostro il compito di valutare le varie politiche messe in atto per affrontare l’emergenza, ma è innegabile che la scienza e la ricerca siano tornate alla ribalta e a guidare le speranze di tutti i cittadini del mondo, in un periodo storico in cui erano continuamente sminuite e screditate da più parti. Solo il tempo ci dirà se questa evidenza avrà ripercussioni sulle future priorità politiche europee ma, per il momento, la Commissione europea è principalmente impegnata a tenere unita l’Unione cercando di affrontare questa sfida in maniera coordinata. Sebbene quindi le Istituzioni europee si siano velocemente dotate di modalità di smart working per assicurare la continuità dei lavori, le discussioni sul futuro Programma quadro sono di fatto attualmente ferme.

Nei seguenti paragrafi abbiamo quindi provato a riassumere gli eventi di questi primi tre mesi del 2020 al netto dell’emergenza Covid-19 e nell’attesa di capire quando e come usciremo da questa nuova sfida.

Le priorità della nuova Commissione europea

European Green DealCi eravamo lasciati a fine dicembre con un sospiro di sollievo per la nuova Commissione von der Leyen, entrata in carica dopo un percorso a ostacoli fatto di veti politici incrociati e finalmente pronta per iniziare il nuovo mandato e prendere in mano i vari dossier europei ancora in sospeso. Dall’inizio del nuovo anno fino allo scoppio dell’emergenza coronavirus la Commissione europea ha provato a dettare i tempi della politica europea traducendo in un programma di lavoro annuale le sue nuove priorità politiche. Il documento adottato a fine gennaio traduce quindi in 43 obiettivi le sei priorità della nuova Commissione europea e indica anche le proposte legislative ancora in discussione (tra cui anche quella relativa a Horizon Europe) considerate prioritarie.

Tra le novità più attese vi è ovviamente il Green Deal, il piano che ambisce a rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Presentata a dicembre come LA priorità della nuova Commissione, a gennaio è stato subito annunciato il piano di investimenti pubblici e privati a supporto, per un totale di circa 1.000 miliardi di euro. Sempre sul Green Deal vanno registrate anche le presentazioni del nuovo piano d'azione dell'Unione europea dedicato all’economia circolare e le proposte per una prima legge sul clima e per un Patto europeo per il clima.

Un’altra delle priorità affrontata dalla Commissione in questi primi mesi del 2020 riguarda il tema trasformazione digitale: è infatti di metà febbraio la presentazione della strategia digitale europea (“Plasmare il futuro digitale dell'Europa”) e di due relative azioni dedicate rispettivamente all’Intelligenza Artificiale e ai Dati. Formalmente legata a questa priorità politica ma comunque di portata generale, la Commissione ha infine recentemente presentato anche la sua nuova strategia industriale per un'Unione europea competitiva, green e digitale che definisce i driver chiave della trasformazione industriale e propone una serie di azioni future.

Lo stallo sul Quadro Finanziario Pluriennale

Ancora nessun accordo invece sul futuro budget dell’Unione europea. La proposta di dicembre della Presidenza di turno finlandese è stata criticata da tutti gli attori coinvolti - Commissione europea, Parlamento europeo e Stati membri - ed è stato dato mandato al Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel di lavorare per trovare un accordo.
L’atteso Consiglio europeo straordinario di fine febbraio è stato però di fatto un fallimento, in quanto si è preso atto delle divisioni e dell’impossibilità di raggiungere un’intesa. Il punto di incontro doveva essere la proposta presentata direttamente dal Consiglio che mediava le due posizioni opposte e proponeva un budget pari all'1,079% del reddito nazionale lordo dell'Unione europea, ma le divisioni tra le varie parti hanno prevalso. Le diverse posizioni tra gli Stati membri sono ormai note e la Commissione europea ha espresso serie preoccupazioni sulle divisioni emerse, paventando il rischio concreto di un ritardo del lancio dei nuovi programmi europei. Con le Istituzioni europee ora impegnate a far fronte all’emergenza Covid-19, la Commissione sta ragionando su varie opzioni, tra cui l’ipotesi di una proroga del bilancio attuale.

Horizon EuropeHorizon Europe in attesa

Poche le novità dal fronte Horizon Europe. Formalmente da inizio anno ad oggi siamo infatti ancora fermi all’accordo del 17 aprile 2019 tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo e il relativo testo legislativo consolidato. Il negoziato è fermo in attesa di un accordo sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale e, viste le divisioni e le problematiche emerse, le preoccupazioni della Commissione europea riguardano principalmente i probabili tagli rispetto ai 100 miliardi di budget previsti e le tempistiche di avvio del nuovo programma. Infatti, se allo stato attuale il primo e terzo pilastro di Horizon Europe sono essenzialmente pronti, il secondo resta in sospeso ed è impossibile da sviluppare senza un accordo complessivo sul budget. E’ infatti importante sottolineare come facciano parte del secondo pilastro anche le Missioni di Horizon Europe, ed è difficile pensare che l’attuale crisi non abbia ripercussioni anche sulle future priorità di investimento dell’Unione europea. I cinque board creati dalla Commissione europea stanno comunque continuando a lavorare alla definizione delle singole missioni da implementare e dovrebbero produrre le loro raccomandazioni entro la primavera.

Oltre al budget, altro aspetto ancora rimasto in sospeso sono le norme che regoleranno l’associazione dei paesi terzi. A fine febbraio i ministri della ricerca dell’Unione europea si sono riuniti per discuterne ed è stata ribadita l’importanza della cooperazione internazionale ma, allo stesso tempo, è stato sottolineato che i nuovi accordi dovranno soddisfare i principi di reciprocità, valore aggiunto e rispetto dei valori dell’Unione. E’ inutile negare però che il freno a questa parte del negoziato è soprattutto rappresentato dalla futura modalità di collaborazione tra UE e Regno Unito e la partecipazione ai futuri programmi europei è solo una piccola parte dell’accordo complessivo da trovare.

Se sulla cooperazione internazionale c’è ancora molto lavoro da fare, sulla revisione dei partenariati siamo invece a un buon punto. Sul tema si è infatti svolto a inizio marzo un importante workshop organizzato dalla Commissione europea e possiamo ormai dire che la lista definitiva comprende 49 nuove partnerships. A buon punto anche i lavori sul Piano strategico di Horizon Europe. L’ultima versione pubblicata del documento di orientamento (“Orientations towards the first Strategic Plan for Horizon Europe”) è di dicembre e comprende i risultati della seconda consultazione online ma anche i necessari adeguamenti alle sei priorità della Commissione von der Leyen. ll Comitato che sta coordinando i lavori prevedeva di pubblicare la versione definitiva del Piano Strategico nei primi mesi del nuovo anno, in modo da avere poi il tempo necessario per concentrarsi sulla stesura dei primi bandi di Horizon Europe. L’adozione formale è però slittata, in quanto fanno parte del Piano strategico anche le Missioni e i Partenariati i cui tempi di adozione (soprattutto delle prime) sono ancora incerti. Nonostante ciò, si sono già riuniti i comitati tecnici tematici che definiranno i primi bandi di Horizon Europe. L’Italia è presente in tutti i tavoli di lavoro con dei rappresentanti nominati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).

Articolo a cura della redazione FIRST

Area
Unione Europea