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La Commissione europea ha proposto di consentire il finanziamento di tecnologie con applicazioni sia civili che di difesa nell'ambito del 10° Programma Quadro 10, al fine di rafforzare l'autonomia strategica dell'UE.
Si tratta della prima delle tre possibilità di potenziare la ricerca a duplice uso presentate in un white paper pubblicato mercoledì 31 gennaio, che la Commissione sottopone a consultazione pubblica fino al 30 aprile.
La riforma proposta eliminerebbe l'attenzione esclusiva per le applicazioni civili in alcune parti del futuro programma quadro di ricerca e innovazione, che entrerà in vigore nel 2028.
Attualmente, i progetti che coinvolgono l'industria della difesa o le tecnologie a doppio uso possono essere ammessi ai finanziamenti di Horizon Europe, ma solo se la ricerca è destinata a essere utilizzata esclusivamente per applicazioni civili.
La proposta consentirebbe, da una parte, la pubblicazione nel 10° PQ di bandi che vadano a finanziare i risultati di progetti sostenuti nell'ambito della difesa e, dall'altra, il supporto del Fondo europeo per la difesa, che al momento è indirizzato solo ad applicazioni per la difesa, per sviluppare le applicazioni per la difesa dei progetti civili.
La seconda opzione, più conservativa, sarebbe quella di fornire "miglioramenti incrementali" sfruttando le misure esistenti, tra cui i bandi nell'ambito del Fondo europeo per la difesa (FES) e la possibilità di sostenere le imprese a duplice uso con InvestEU.
Infine, la terza opzione presentata è quella di creare un nuovo strumento dedicato per finanziare la R&S con potenziale di duplice uso, ma la Commissione avverte che ciò rischierebbe di aggiungere complessità al panorama dei finanziamenti esistenti e di creare duplicazioni con altri programmi.
La Commissione ha spinto per un aumento della ricerca a duplice uso e spera che le opzioni presentate possano creare maggiori sinergie in materia di difesa civile a vantaggio dell'industria europea e aiutare il blocco ad adattarsi a un clima geopolitico sempre più teso.
Le proposte susciteranno probabilmente un intenso dibattito all'interno della comunità di ricerca europea, che è in attesa di chiarimenti sull'impatto di queste proposte sul proprio lavoro.