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L’Associazione europea delle organizzazioni di ricerca e tecnologia (EARTO) ha pubblicato un paper di posizionamento sulle attuali difficoltà per la mobilità dei ricercatori.

Già nel 2019, in una lettera aperta EARTO aveva indicato gli eccessivi requisiti burocratici che esistono sulla mobilità per la ricerca ed erano stati forniti importanti suggerimenti per migliorare la situazione. Tuttavia, l’attuale documento indica che gli ostacoli attualmente esistenti alla mobilità internazionale per la ricerca persistono, minacciando il successo degli sforzi UE per il rafforzamento dell’Area europea di ricerca e degli strumenti di mobilità offerti nell’ambito di Horizon Europe.

Nello specifico, il documento affronta tali questioni e fornisce raccomandazioni sulle seguenti problematiche:

  • Necessità di chiarire e riformare i moduli A1 per i viaggi di business, in modo da facilitare il processo di invio di ricercatori in altri Stati membri per viaggi di lavoro, riducendo l'enorme onere amministrativo legato al modulo A1
  • Requisiti di notifica europei e principio di equa retribuzione: in mancanza della possibilità di eliminare del tutto i primi, sono indispensabili condizioni quadro uniformi e standardizzate in tutta l'UE
  • Lavoro da remoto dall’estero: è necessario un nuovo regolamento da parte dell'UE sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, nonché enormi sforzi a livello internazionale in materia di diritto fiscale
  • Riconoscimento dei permessi di residenza per i ricercatori in corso di mobilità: l'EARTO invita gli Stati membri a riconoscere un permesso di soggiorno pertinente rilasciato da un altro Stato membro per un ricercatore, senza che questi debba richiedere nuovamente un secondo titolo di soggiorno per il proprio Stato