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Le organizzazioni di ricerca italiane, i deputati al Parlamento Europeo e i funzionari del governo stanno opponendosi con fermezza ai piani della Commissione Europea di riorganizzare il finanziamento della ricerca e dell'innovazione nell'UE. Questi piani minacciano la capacità dell'Italia di fare affidamento sui Programmi Quadro dell'UE, che integrano in modo significativo il bilancio nazionale della ricerca e facilitano collaborazioni a livello globale.

Il settore della ricerca e sviluppo italiano sta spingendo per un Programma Quadro (FP10) audace e autonomo, in diretta opposizione alla proposta della Commissione di unire il successore di Horizon Europe con un nuovo Fondo per la Competitività, che dovrebbe essere lanciato sotto il prossimo bilancio pluriennale dell'UE nel 2028.

Con una finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per convincere i vertici della Commissione, le parti interessate italiane si sono riunite a Bruxelles per discutere come garantire che il nuovo programma quadro sia ambizioso, autonomo e transdisciplinare, in linea con gli interessi nazionali dell’Italia. 

Da un'analisi dell'Agenzia Italiana per la Promozione della Ricerca Europea (APRE), presentata a Bruxelles duranti gli incontri, è emerso che l’Italia ha già ottenuto 3,76 miliardi di euro da Horizon Europe dall'inizio del programma. I funzionari del governo riconoscono che questi fondi sono un contributo fondamentale per integrare il bilancio nazionale della ricerca, e che il finanziamento nazionale dell'Italia spesso non è sufficiente a supportare la scala e la portata necessarie per sviluppare, validare e trasferire competenze strategiche. Tuttavia, l'Italia spende solo l'1,31% del proprio PIL in ricerca, ben al di sotto della media dell'UE (2,22%) e anche meno rispetto alla vicina Slovenia.

All'inizio di questo mese, sia il Parlamento Europeo che il Consiglio hanno preso posizione riguardo al successore di Horizon Europe, ribadendo che FP10 dovrebbe rimanere un programma quadro indipendente.

Mentre il settore della ricerca italiano continua a lottare per un futuro che meglio risponda alle esigenze di innovazione nazionali e dell'UE, l'esito di questi dibattiti definirà la direzione del finanziamento della ricerca e dell'innovazione in Europa per gli anni a venire.