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Il programma quadro per la ricerca e l’innovazione europea, Horizon 2020, mette a disposizione un budget di circa 2,26 miliardi di euro per il potenziamento e la valorizzazione delle infrastrutture di ricerca europee, che rappresentano uno strumento essenziale per accrescere il valore della ricerca scientifica e della competitività in Europa. Per il 2016 e il 2017 saranno pubblicati bandi rispettivamente del valore di 295 milioni e 310 milioni di euro a supporto di tali infrastrutture.

La presentazione del nuovo piano di lavoro biennale relativo alle infrastrutture di ricerca è avvenuto nel corso della Giornata nazionale di lancio dei bandi 2016-17 in Horizon 2020, organizzata a Roma, presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE) per conto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), in collaborazione con la Commissione europea.

Le infrastrutture di ricerca sono definite come strutture, risorse o servizi che sono utilizzati da ricercatori o aziende per effettuare ricerche scientifiche o accrescere le conoscenze e il grado di innovazione nel proprio settore. Possono essere rappresentate da grandi attrezzature scientifiche, archivi di dati, strutture elettroniche o di qualsiasi altra natura localizzate, distribuite, oppure virtuali, che costituiscono un’eccellenza per il settore della ricerca e dell’innovazione. Per potenziare queste infrastrutture o svilupparne di nuove, il Programma quadro per la ricerca e l’innovazione europea, Horizon 2020, mette a disposizione di circa 295 milioni di euro per l’anno 2016 e circa 310 milioni per il 2017.       

A illustrare i dettagli del nuovo piano di lavoro sulle infrastrutture di ricerca è stata Lorenza Saracco, della DG Ricerca e Innovazione della Commissione europea. “Il nuovo Work Program prevede una maggior attenzione alle priorità politiche dell’Unione Europea, una maggiore sinergia con gli altri programmi di Horizon 2020, un’attenzione particolare all’innovazione, alla sostenibilità e allo sfruttamento dei dati e un maggior supporto alle iniziative su vasta scala”, ha sottolineato l’esperta.

Il nuovo piano di lavoro prevede il lancio di 5 call strutturate in 15 topic. Queste le caratteristiche delle cinque diverse tipologie di bandi:

  • INFRADEV: hanno l’obiettivo di favorire lo sviluppo di nuove infrastrutture di ricerca europee e la loro sostenibilità nel lungo termine;
  • INFRAIA: vogliono favorire l’accessibilità e la massima integrazione tra le infrastrutture di ricerca di interesse europeo;
  • EINFRA: hanno come oggetto le infrastrutture elettroniche e sono orientati a massimizzare lo sfruttamento dei dati scientifici;
  • INFRAINNOV: sono orientati a supportare le infrastrutture tecnologiche e il grado di innovazione delle infrastrutture di ricerca;
  • INFRASUPP: sono indirizzati alle politiche di integrazione e di collaborazione internazionale.

A definire la politica europea per le infrastrutture di ricerca è il Forum Strategico Europeo per le Infrastrutture di Ricerca – o ESFRI –, l’organismo istituito nel 2002 su mandato del Consiglio europeo per la Competitività, a cui spetta il compito di definire la roadmap ESFRI, lo strumento di riferimento che identifica le infrastrutture di ricerca strategiche per le diverse aree scientifiche. A fornire alcune anticipazioni sui contenuti della nuova roadmap 2016 nel corso dell’evento è stato Giorgio Rossi, attualmente vicepresidente (a partire da giugno presidente) di ESFRI. “Una delle novità consiste nel fatto che un progetto non potrà rimanere all’interno della roadmap per un tempo superiore ai 10 anni” ha spiegato Rossi.

“Nella nuova roadmap è previsto inoltre l’ingresso di una nuova categoria di progetti chiamati Landmark, rappresentati dalle infrastrutture di ricerca che hanno raggiunto una fase avanzata di realizzazione o che stanno fornendo ottimi risultati sul piano scientifico”. La roadmap 2016 verrà presentata ad Amsterdam nel marzo 2016, in un evento che segnerà l’inizio del semestre di presidenza olandese dell’Unione Europea.