- Tipo NewsINFORMAZIONE
- FonteScience|Business
- Del
L’amministrazione statunitense si appresta a chiudere l’Office of Science and Technology Cooperation (OSTC), struttura chiave per la stipula e il mantenimento degli accordi internazionali in ambito scientifico e tecnologico.
La decisione, ancora non ufficialmente confermata, è stata riferita da fonti interne al Dipartimento di Stato, alimentando forti preoccupazioni sul futuro della cooperazione globale nella ricerca e sull’accesso degli scienziati statunitensi alle infrastrutture di ricerca internazionali.
L’OSTC gestisce oltre 60 accordi principali e più di 2.000 sub-accordi con Paesi di tutto il mondo. La sua chiusura rappresenterebbe un colpo durissimo per l’internazionalizzazione della scienza americana, compromettendo collaborazioni vitali in settori come la previsione meteorologica, la geofisica, la fisica delle particelle e la salute globale.
La misura si inserisce in una più ampia strategia di tagli e riorganizzazioni portata avanti dall’amministrazione Trump, che ha colpito duramente l’intero comparto scientifico federale. In particolare, è stato proposto un taglio del 55% al bilancio del National Institutes of Health (NIH), pari a circa 21 miliardi di dollari, con la sospensione immediata di oltre 800 progetti di ricerca biomedica.
Tra gli effetti collaterali più gravi si evidenzia il rischio concreto di interruzione degli accordi internazionali già in essere, compromettendo l’accesso degli scienziati statunitensi a strutture come il CERN o a sistemi di monitoraggio geologico e ambientale condivisi. Parallelamente, altri Paesi stanno cogliendo l’opportunità per attrarre i ricercatori statunitensi in fuga. Germania, Francia, Norvegia e Canada hanno già annunciato programmi ad hoc per accogliere scienziati delusi dalla politica scientifica americana.
Infine, cresce l’incertezza anche sulla stabilità del sistema scientifico statunitense, storicamente punto di riferimento globale sin dalla fine della Seconda guerra mondiale. La chiusura dell’OSTC potrebbe segnare un punto di svolta epocale, con effetti a catena su investimenti, partenariati e mobilità internazionale della ricerca.