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La partecipazione di Israele al programma Horizon Europe è oggetto di crescente dibattito all’interno della comunità accademica europea, in seguito a un rapporto riservato del Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS) che riporta prove diffuse di crimini di guerra, blocchi alimentari e attacchi indiscriminati contro la popolazione civile da parte di Israele a Gaza.

A fronte di queste evidenze, che includono attacchi agli ospedali, sfollamento di massa dei palestinesi, “punizione collettiva” dei cittadini di Gaza attraverso il blocco e la fame, alcune università belghe e olandesi hanno chiesto la sospensione dell’accordo di associazione tra Israele e l’UE, che costituisce la base giuridica per la partecipazione del Paese a Horizon Europe. In particolare, dieci rettori di università belghe hanno sottoscritto una lettera pubblica chiedendo un intervento immediato, mentre l’Università di Amsterdam ha annunciato la sospensione di nuove collaborazioni progettuali con istituzioni israeliane in attesa di ulteriori chiarimenti.

Altri Paesi, tra cui Germania e Austria, mantengono invece una posizione più cauta, sottolineando l’importanza della cooperazione scientifica in contesti di dialogo e pluralismo. Attualmente, la sospensione totale dell’accordo richiederebbe l’unanimità degli Stati membri, un’ipotesi politicamente remota. Tuttavia, misure parziali – come la sospensione della sola partecipazione a Horizon Europe – potrebbero essere adottate con maggioranza qualificata, previa proposta della Commissione europea.

In attesa delle prossime decisioni politiche, la comunità accademica europea si mostra divisa tra chi chiede una reazione immediata in coerenza con i principi dell’accordo e chi invita alla prudenza, mantenendo aperti i canali della cooperazione scientifica. Un nuovo confronto tra i ministri degli Esteri dell’UE è previsto per il 15 luglio.

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