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La Commissione europea ha annunciato l’accordo per l’associazione dell’Egitto al programma Horizon Europe, aprendo la partecipazione dei ricercatori egiziani a condizioni paritarie rispetto ai colleghi europei.
L’intesa, che sarà formalizzata con la firma prevista per novembre 2025, rientra in un più ampio quadro di cooperazione bilaterale, che include anche un pacchetto di aiuti da 7,4 miliardi di euro per contrastare l’immigrazione irregolare.
L’ingresso dell’Egitto nel principale programma europeo di ricerca e innovazione avviene però in un contesto segnato da gravi preoccupazioni per la libertà accademica. L’Egitto risulta, infatti, tra i Paesi più repressivi al mondo in ambito universitario, collocandosi tredicesimo dal fondo, tra Cuba e Afghanistan. Diventa così il Paese più autoritario associato finora a Horizon Europe, superando in criticità anche la Turchia.
L'accordo è stato preceduto da critiche da parte di eurodeputati e osservatori internazionali, che segnalano gravi restrizioni all'attività scientifica e numerosi casi di accademici incarcerati per le proprie opinioni politiche. L’adesione dell’Egitto avviene nell’ambito delle regole differenziate per i Paesi vicini all’UE, che non sono tenuti a soddisfare gli stessi criteri democratici richiesti a partner più distanti geograficamente, come Canada, Corea del Sud o Nuova Zelanda, già associati sulla base di standard democratici. Tuttavia, l’inclusione di Stati come Singapore nel 2024, nonostante le preoccupazioni su libertà civili e diritti politici, aveva già sollevato interrogativi sulla coerenza nell’applicazione di tali requisiti.