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La crescente minaccia dei movimenti autoritari a livello globale sta spingendo la Commissione Europea a rivedere le priorità del programma di finanziamento alla ricerca, Horizon Europe.

Secondo le bozze del piano di lavoro per il biennio 2026-2027, la tutela della democrazia diventerà un ambito centrale del Cluster 2, che mira a fornire ai decisori politici strumenti efficaci per salvaguardare le istituzioni democratiche e ricostruire la fiducia dei cittadini nell’Unione Europea.

Tra i nuovi bandi previsti, spiccano quelli dedicati alla ricostruzione democratica post-conflitto, all’integrità elettorale nell’era digitale e al ruolo della società civile nelle aree colpite dalla guerra o da un indebolimento delle strutture democratiche, come l’Ucraina. La Commissione intende anche promuovere la ricerca sui diritti delle minoranze coinvolte in conflitti armati o soggette a regimi autocratici.

Una particolare attenzione sarà riservata allo studio delle forme di violenza politica e di genere. Un nuovo bando approfondirà infatti le cause della violenza contro donne e persone LGBTIQ attive nella vita politica, fenomeno in crescita che, secondo la Commissione, ostacola il progresso verso l’uguaglianza di genere e mina le fondamenta delle società democratiche.

Dopo un iniziale taglio, sono stati reintegrati anche alcuni temi precedentemente previsti nel programma 2025, tra cui lo studio della democrazia locale nei Paesi a basso reddito e l’evoluzione delle amministrazioni pubbliche nel prepararsi alle sfide future.

In parallelo, sono stati destinati 3,5 milioni di euro aggiuntivi nel 2025 a progetti volti a contrastare radicalizzazione, estremismo, discorsi d’odio e polarizzazione sociale.

Un altro tema centrale sarà il rapporto sempre più controverso tra democrazia e settore privato. Il nuovo piano prevede infatti finanziamenti per analizzare come la crescente influenza delle aziende possa accentuare le disuguaglianze politiche e alterare gli equilibri di potere democratico.

Nel mirino anche il ruolo dell’informazione. La Commissione invita a studiare l’indipendenza, l’affidabilità e il pluralismo dei media europei, oggi minacciati da pressioni economiche, influenze politiche e dalla concorrenza dei social media. Per affrontare queste sfide, si punta sull’innovazione tecnologica: algoritmi trasparenti, intelligenza artificiale per la gestione dei contenuti e nuove strategie per la sostenibilità economica del giornalismo.

Con queste misure, l’Unione Europea si prepara a trasformare la difesa della democrazia in una priorità strategica della ricerca pubblica, rafforzando gli strumenti per affrontare le sfide di un’epoca sempre più instabile e polarizzata.