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Sono stati svelati i piani preliminari della Commissione europea per il nuovo Fondo per la Competitività, che sembra sempre più centrale nel futuro della politica europea in materia di ricerca e innovazione. Dal piano emerge che questo nuovo Fondo potrebbe riunire diversi programmi di finanziamento, incluso il successore di Horizon Europe (FP10), sotto una nuova struttura articolata in cinque pilastri:
- digitalizzazione;
- resilienza, difesa e spazio;
- transizione verde e decarbonizzazione;
- salute e biotecnologie;
- ricerca di base e carriere scientifiche.
Il progetto del Fondo per la Competitività è stato concepito come una struttura coerente e integrata, in grado di accompagnare il ciclo di vita delle imprese europee, dalla ricerca di base fino alla produzione industriale. L’obiettivo è creare una piattaforma capace di mobilitare risorse finanziarie in modo massiccio, sia pubbliche che private.
Dalle anticipazione pare che il Fondo si baserà su un mix di sovvenzioni, prestiti, strumenti di equity e accesso al mercato pubblico, ma il pilastro centrale sarà la mobilitazione del capitale privato. Per rafforzarne la portata, verrà integrata o ampliata l’iniziativa InvestEU, che entro la fine del 2024 ha già attivato quasi 300 miliardi di euro di investimenti, di cui due terzi provenienti dal settore privato.
Il documento, diffuso a ridosso di un primo incontro ad alto livello sul prossimo Quadro finanziario pluriennale post-2028, ha generato preoccupazioni tra esperti e istituzioni di ricerca. La governance rimane poco chiara, ma si fa riferimento a presidenti, vicepresidenti, gestori dei fondi e comitati direttivi per ciascun pilastro.
Il Parlamento europeo, il Consiglio dell’UE e la comunità scientifica sostengono con forza l’autonomia di FP10, auspicando un programma di ricerca e innovazione indipendente. Tuttavia, le dichiarazioni contrastanti della Commissione e l’assenza di FP10 nella strategia “Competitiveness Compass” alimentano i dubbi su un possibile accorpamento.
In attesa della proposta ufficiale della Commissione prevista per luglio, il dibattito sul futuro assetto della politica europea per la ricerca e l’innovazione resta aperto.