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A pochi giorni dalla presentazione delle nuove proposte per il bilancio pluriennale dell’Unione Europea, la presidente della Commissione Europea ha ribadito la necessità di potenziare la ricerca dual-use — civile e militare — come asse strategico per rafforzare la sovranità tecnologica e la competitività industriale europea.

Durante il NATO Defence Industry Forum, la presidente ha sottolineato che numerose tecnologie critiche del XXI secolo, dai microchip all’intelligenza artificiale, passando per cloud, software e satelliti, hanno impieghi sia civili che militari, e che oggi esistono ancora barriere normative che ne limitano lo sviluppo integrato.

Il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo stanno esaminando la proposta della Commissione di consentire al Fondo dell’EIC (European Innovation Council) di finanziare anche progetti a uso duale e legati alla difesa, attraverso deroghe alle attuali regole di Horizon Europe. Al tempo stesso, si prevede il ricorso a strumenti come il programma Digital Europe, che includerà l’accesso alle gigafactory europee per l’intelligenza artificiale, dedicate all’addestramento di modelli linguistici su larga scala.

La presidente ha dichiarato che la Commissione punta a creare sinergie trasversali, collegando in modo più efficace le industrie tecnologiche civili con le infrastrutture di difesa, per incentivare investimenti in capacità moderne e per superare la tradizionale separazione tra i due settori.

Nel corso del vertice, i membri della NATO hanno concordato di aumentare l’obiettivo di spesa per la difesa al 5% del PIL, con un 3,5% destinato alla difesa tradizionale e un ulteriore 1,5% per investimenti in infrastrutture e resilienza. Von der Leyen ha evidenziato che la qualità degli investimenti conta quanto la quantità, e ha sottolineato la necessità di modernizzare le capacità difensive attraverso l’innovazione tecnologica.

Se da un lato il mondo industriale e alcune voci accademiche spingono per integrare ricerca, spazio e difesa, dall’altro organizzazioni come LERU (League of European Research Universities) chiedono cautela e salvaguardie etiche, soprattutto nel distinguere tra ricerca militare esplicita e applicazioni duali.

Von der Leyen ha infine affrontato il tema del gap di finanziamento che costringe molte startup europee, anche nel settore difesa, a trasferirsi all’estero nella fase di crescita.

Nonostante un aumento del 500% degli investimenti in difesa tech in Europa dall’inizio del conflitto in Ucraina, la mancanza di capitali nella fase tra startup e scale-up resta un ostacolo critico. Per questo la Commissione mira a individuare potenziali unicorni e ad attrarre più capitale pubblico e privato, per sostenere l’ecosistema europeo dell’innovazione strategica.

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Unione Europea
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