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Le Alleanze Universitarie Europee, nate nell’ambito del programma Erasmus+, dovrebbero ricevere maggiori finanziamenti dall'Unione Europea. È quanto emerge da una bozza di rapporto preparata dalla commissione Cultura ed Educazione del Parlamento Europeo, che chiede alla Commissione europea di presentare una strategia di finanziamento completa per le alleanze, utilizzando non solo Erasmus+, ma anche altri programmi europei. Questo investimento, secondo il rapporto, è cruciale per mantenere e potenziare la competitività dell'UE a livello globale.

Le Alleanze Universitarie Europee sono reti transnazionali di istituzioni di istruzione superiore create per promuovere la collaborazione accademica, la mobilità e la condivisione di programmi tra le università europee. Lanciate nel 2019, queste alleanze avevano inizialmente l’obiettivo di istituire 20 reti, ma in breve tempo sono cresciute fino a coinvolgere 65 alleanze e oltre 570 istituzioni in tutta Europa.

Oltre a chiedere un maggior finanziamento, il rapporto propone che le alleanze universitarie si concentrino maggiormente sulla ricerca e sull'innovazione, piuttosto che limitarsi all'istruzione. In particolare, si suggerisce che i futuri bandi di finanziamento siano allineati con le priorità strategiche europee in campi come il calcolo quantistico e l'intelligenza artificiale. Questa strategia non solo potrebbe rafforzare la competitività dell'UE, ma anche attrarre ricercatori di fama internazionale.

Il rapporto evidenzia come quando la libertà accademica è minacciata, in particolare da attori globali come gli Stati Uniti, le alleanze universitarie europee rappresentano uno strumento con cui l'UE può continuare ad attrarre ricercatori e accademici da tutto il mondo.

Sono emerse però anche alcune critiche che sottolineano la necessità di mantenere un equilibrio tra lo sviluppo delle alleanze e gli altri programmi dell'UE e sul fatto che la nuova direzione proposta dovrebbe complementare, e non sostituire, la ricerca di frontiera e l'educazione che nascono dal basso, garantendo che la scienza guidata dai ricercatori possa continuare a prosperare accanto alle iniziative top-down orientate a risolvere le sfide sociali.

Il rapporto solleva anche altre questioni importanti, come la necessità di evitare un approccio "one-size-fits-all" per le alleanze e l'importanza di concentrarsi su obiettivi qualitativi piuttosto che numerici. Un altro aspetto rilevante è il sostegno a progetti pilota innovativi per la creazione di un diploma europeo comune.

Gli eurodeputati avevano tempo fino a mezzogiorno del 10 aprile per presentare emendamenti al rapporto. Il voto in commissione è previsto per giugno, con l'adozione finale in una sessione plenaria a settembre.

Area
Unione Europea