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UK_UEAncora pochi giorni per trovare un accordo tra Regno Unito e Unione europea dopo la fine dell'anno di transizione di Brexit.

Tra i temi in discussione anche il flusso di dati transfrontalieri e l'adesione a Horizon Europe. I ricercatori britannici sono molto preoccupati a riguardo perché un "no deal" potrebbe risultare molto problematico per la ricerca UK.

Da una parte, infatti, senza un accordo il Regno Unito avrà bisogno di una "sentenza di adeguamento" da parte della Commissione europea che dimostri che i suoi standard di protezione dei dati sono all'altezza della legislazione europea GPDR. Non è infatti ancora chiaro se i dati personali potranno fluire dall'UE verso il Regno Unito esattamente come è stato finora. E, fino a quando non verrà confermata l'adeguatezza dei dati, le entità britanniche che dipendono dall'invio e dalla ricezione di dati personali dall'UE dovranno ricorrere ad accordi alternativi, che potrebbero risultare decisamente onerosi a livello burocratico.

Sul fronte Horizon Europe, il Regno Unito sta negoziando con l'UE un accordo di associazione al programma, che lo assimilerebbe ad altri stati come la Svizzera, la Norvegia e altri 14 paesi non appartenenti all'UE.

Anche nel caso in cui non si raggiungesse un accordo, il governo britannico ha chiarito che spera di partecipare ai programmi di Horizon Europe aperti ai paesi terzi. In quanto paese terzo, tuttavia, il Regno Unito non sarebbe più ammissibile a tre dei principali programmi di finanziamento dell'UE: il Consiglio europeo della ricerca (ERC), le sovvenzioni Marie Sklodowska-Curie e il Consiglio europeo per l'innovazione (EIC).

I colloqui sull'accesso del Regno Unito a Horizon Europe non sono semplici, poiché il governo britannico teme che l'UK possa dover contribuire al finanziamento della ricerca europea più di quanto possa invece ottenere in termini di grant. Bruxelles ha infatti proposto al Regno Unito di contribuire al budget per la ricerca in base al suo prodotto interno lordo, come quota del PIL dell'UE, che attualmente è pari al 18 per cento. Il Regno Unito vuole invece un "meccanismo di correzione al ribasso" per compensare il governo qualora i suoi ricercatori non riescano a ottenere contributi sufficienti.

D'altra parte, far in modo che il Regno Unito continui a partecipare a Horizon Europe sarebbe nell'interesse di tutta l'UE, viste le competenze e infrastrutture di cui esso è dotato. 

Accordi con altri paesi extra UE

Jean-Eric Paquet, il Direttore Generale della Commissione europea per la Ricerca e l'Innovazione, ha espresso l'intenzione di aprire Horizon Europe ad altri paesi forti scientificamente, come il Canada, il Giappone e forse l'Australia, che potrebbero aderire come partner associati.

Ma a causa dei ritardi nei negoziati su Horizon Europe, questi paesi sono ancora in attesa dei dettagli sui termini di adesione da parte della Commissione. Secondo alcune fonti interne alla Commissione, pare difficile che si raggiungano dei risultati prima della seconda metà del 2021. 

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, in passato l'UE ha tentato di aprire il suo programma di ricerca ai ricercatori statunitensi, ma ha spesso incontrato obiezioni da Washington (specialmente sotto l'amministrazione Trump) in merito agli accordi sui contratti di sovvenzione, con funzionari che si lamentavano di compromettere i diritti di proprietà intellettuale e di sollevare problemi legali per i ricercatori statunitensi. Di conseguenza, molte università statunitensi hanno evitato il programma. Ma sotto la nuova amministrazione Biden si auspica anche una rinnovata collaborazione tra USA e UE.