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Horizon EuropeRaggiunto l'accordo su Horizon Europe

Era marzo 2019 quando abbiamo lanciato il primo articolo della serie ULTIME DALL’EUROPA: quale futuro per la politica di ricerca e innovazione? con la quale abbiamo cercato di seguire e spiegare l’evoluzione che avrebbe portato al lancio di Horizon Europe, il programma quadro europeo dedicato a ricerca e innovazione per il 2021-2027. Oggi, dopo due lunghi anni di trattative, una Brexit diventata realtà e una pandemia non ancora finita, possiamo togliere il punto interrogativo e affermare come il futuro stia finalmente per declinarsi al presente.

Il 2020 si è infatti chiuso regalandoci il tanto atteso accordo formale (e ratificato) tra le varie istituzioni europee (Commissione - Consiglio - Parlamento) sul nuovo bilancio a lungo termine dell'Unione europea per il periodo 2021-2027. L’accordo trovato passerà sicuramente alla storia, sia per l’ammontare complessivo del bilancio europeo (1.704,3 miliardi), ma soprattutto per il nuovo strumento europeo dedicato alla ripresa Next Generation EU (NGEU) che, per la prima volta andrà a creare un debito pubblico europeo, aggiungendo al bilancio ulteriori 750 miliardi dedicati interamente alla ripresa dalla pandemia.

Oltre all’accordo sul bilancio, il 2020 si è concluso anche con l’accordo politico (non ancora ratificato) su Horizon Europe che va a sciogliere gli ultimi nodi ancora rimasti. In particolare, il testo legislativo approvato dai rappresentanti di Consiglio e Parlamento, definisce aspetti fondamentali quali la ripartizione del budget, le regole di partecipazione dei paesi terzi e le sinergie con altre linee di finanziamento europee. L’accordo come detto è politico ma non è stato ancora ratificato ufficialmente: l’ultimo passaggio in plenaria al Parlamento europeo è previsto per marzo/aprile e questi mesi saranno utili alla Commissione e ai rappresentati degli Stati Membri per definire gli ultimi dettagli e in particolare le call da includere nei primi work programme.

Horizon Europe: tra certezze e ultimi dettagli da definire

Strategic Plan e Work Programmes

Nonostante un lancio simbolico di Horizon Europe già avvenuto (in sordina) a inizio febbraio e un lancio ufficiale previsto per il 23 e 24 giugno 2021 durante gli European Research and Innovation Days, continuano infatti i lavori della Commissione europea e degli Stati Membri in merito allo Strategic Plan e ai primi Work Programmes di Horizon Europe.

Tramite il Comitato Shadow di Horizon Europe e i suoi comitati tematici, la Commissione e i delegati nazionali stanno infatti ultimando il Piano strategico 2021-2024, che definirà le principali priorità politiche del programma di ricerca e gli obiettivi specifici da raggiungere. Il lavoro è in uno stato molto avanzato e la Commissione punta a concluderlo a breve. All’interno della versione definitiva troverà anche posto l’elenco completo delle European Partnerships da implementare nell’ambito di Horizon Europe. Online è possibile trovare l’elenco - ormai consolidato - dei 49 partenariati candidati e le relative proposte.

Per quanto riguarda i Work Programmes, il mese da cerchiare sul calendario è invece aprile, in cui - come anche indicato nella pagina ufficiale di Horizon Europe - è prevista la pubblicazione di tutti i Work Programme e relativi bandi. Per i ricercatori interessati ai bandi ERC e per le PMI e startup interessare alle misure dell’EIC, invece, la Commissione stessa scrive della possibilità che i relativi Work Programme vengano pubblicati prima. Come spesso capita, in rete è possibile trovare già alcune versioni draft

La struttura

Nessuna novità invece per quanto riguarda la struttura di Horizon Europe, con la conferma di quanto proposto, con i tre pilastri verticali più uno orizzontale, come anche le linee di finanziamento previste all’interno:

Horizon Europe 

Il budget definitivo e la ripartizione interna

A seguito dell’accordo sul bilancio e su NGEU, Horizon Europe disporrà di un budget complessivo pari a 95,5 miliardi di euro. L’accordo trovato è sicuramente positivo, in quanto rappresenta un ottimo risultato rispetto ai tagli annunciati in passato e che vede addirittura un aumento della dotazione finanziaria rispetto alla proposta iniziale (pari a 94 miliardi) della Commissione guidata all’epoca (2018) da Junker. Per quanto riguarda la ripartizione interna, più della metà dei fondi (circa il 56%) andrà al secondo pilastro - Global Challenges and European Industrial Competitiveness -, a seguire il primo pilastro - Excellent Science - con circa il 26%, il terzo pilastro - Innovative Europe - con circa il 14% e infine le azioni trasversali - Widening participation and Strengthening the European Research Area - con circa il 3%.

Missions rimandate

Rispetto a quanto preventivato, la Commissione europea ha deciso di fatto di rinviare il lancio ufficiale delle Missioni. Se da un lato vengono confermate le 5 aree già identificate (Adaptation to climate change including societal transformation - Cancer - Climate-neutral and smart cities - Healthy oceans, seas, coastal and inland waters - Soil health and food), dall’altro la Commissione ha deciso di prendersi ulteriore tempo per valutare le proposte degli esperti e quindi definire e declinare le missioni specifiche. A tal fine, è prevista la pubblicazione nel 2021 di un Work Programme specifico con il quale la Commissione europea vuole finanziare azioni preparatorie che dovranno agevolare tale decisione.

Partecipazione paesi extra-UE

A gennaio la Commissione ha iniziato i colloqui con i paesi terzi che hanno espresso interesse a partecipare al programma. Questa fase esplorativa dei negoziati sull'adesione sarà quindi la prima occasione per discutere termini e condizioni di partecipazione. La speranza è di progredire rapidamente per gettare le basi dei veri e propri negoziati formali. Dalle prime informazioni trapelate, alcuni colloqui sono già in stato avanzato, mentre un capitolo a parte va dedicato alla futura partecipazione del Regno Unito. L’accordo di cooperazione siglato a fine anno include anche l’accesso a cinque programmi dell'UE, tra cui Horizon Europe ma un accordo specifico deve essere ancora trovato in quanto ci sono ancora diversi aspetti da concordare. In un evento pubblico organizzato da Science|Business è stata però confermata l’esclusione delle aziende UK alla parte equity dell’EIC Accelerator e la necessità di chiedere e ottenere una Global VISA per i ricercatori europei che vorranno andare a studiare e lavorare in Regno Unito anche nell’ambito dei progetti finanziati da Horizon Europe.

Articolo a cura della redazione FIRST